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La pubblicazione riproduce un'ampia selezione dei dipinti su tela e su seta che l'artista svizzera ha eseguito a partire dall'inizio della carriera, alla fine degli anni '80, fino al 2011, anno della scomparsa. "La sensibilità", scrive Giuliano Serafini, "non la si esibisce, la si tiene per sé, anche perché nel metabolismo dei valori sociali ha finito per diventare un requisito sospetto. E allora meglio proteggerla, non dissiparla. Danièle Vollmar apparteneva insomma a quella razza per cui l'eleganza mentale è innanzitutto ethos, imperativo morale".